Pesca alla trota: chiusura e laghetti sportivi
La prima domenica d'ottobre è l'ultimo giorno per la pesca alla trota in torrenti, fiumi e laghi prima del periodo di chiusura. Dopo le pioggie di fine estate e inizio autunno ci sono buone condizioni per pescare questo salmonide che ha ripreso la sua attività, superando una certa apatia dovuta al caldo e alla siccità dell'estate.
Dolo la chiusura ci si può dedicare alla pesca della trota in laghetti sportivi e cave private. Il momento è buono ma occorre fare attenzione al comportamento dei pesci che varia in funzione della temperatura. Insomma la tecnica da adottare è funzione di dove stazionano le trote il giorno che peschiamo. In generale si può pescarle con la tecnica del lancio e ritiro ad esca rotante scegliendo sul posto tra:
  • Pesca a grande distanza con bombarde pesanti (in caso di trote che stazionano lontano da riva)
  • Striscio a mezzacqua con sbirulini (per cercare le trote a diverse profondità)
  • Tecnica del saltarello ovvero piombo leggero (olivetta da 5 grammi) e recupero molto lento con continui strattoni del cimino ((per trote apatiche che stazionano nel sottoriva)
Legering d'autunno
Ottimi risultati in questo periodo si possono ottenere con la pesca a legering che offre possibilità di catturare le specie di fondo quali barbi, carpe, carassi, scardole, tinche e pesci gatto.
Può accadere di avere la fortuna di imbattersi in una di quelle giornate autunnali nelle quali i pesci abboccano con estrema facilità e basta lanciare la lenza con il pasturatore un po' ovunque per divertirsi con frequenti catture. Se invece i pesci sono meno attivi e più diffidenti è consigliabile curare i particolari di questa tecnica e ricorrere a qualche espediente per migliorare l'azione della pasturazione e la presentazione dell'esca.
  • Innanzitutto bisogna attenersi alle raccomandazioni generali della pesca a legering: finale composto da uno spezzone di filo di diametro non superiore allo 0,10 e lunghezza compresa tra i 60 e i 120 centimetri (in funzione delle caratteristiche del posto di pesca); amo numero 20 e accurato innesco del bigattino che è importante rimanga vitale; tra i cimini di cui è corredata la canna occorre sempre scegliere il più sensibile consentito dal peso che si intende lanciare e dalla forza della corrente; ad ogni abboccata occorre rispondere con prontezza ma non con forza.
  • Un utile accorgimento è quello di lanciare il pasturatore ben pieno, aspettare un minuto in maniera che in parte si svuoti e poi ritirare filo con uno o due giri di mulinello in maniera da posizionare l'amo con l'esca nel posto dove prima c'era il pasturatore; in questo modo l'esca si troverà proprio in prossimità della pastura precedentemente fuoriuscita dal pasturatore, dove la probabile competizione tra i pesci sopraggiunti alla ricerca di cibo dovrebbe diminuirne la diffidenza.
  • Un altro espediente è quello di utilizzare la clip fermafilo del mulinello per fare in modo che tutti i nostri lanci arrivino sempre alla stessa distanza. E' fondamentale infatti pescare esattamente nel posto prescelto e sopratutto riportare sempre l'esca nella stessa zona dove il pasturatore ha rilasciato la pastura anche nei lanci precedenti. La clip è quel gancetto che si trova sulla parte inferiore della bobina e che serve per fermare il filo quando si ripone il mulinello dopo una pescata. Fatto il lancio giusto , dopo che il pasturatore è sceso sul fondo, si fissa il filo sull clip. L'idea è quella che al lancio successivo la clip impedisca l'uscita del filo in eccesso rispetto a quello necessario per la distanza esatta di lancio. Per evitare la rottura del nylon quando viene bloccato dalla clip è necessario imparare a frenarne la corsa nella fase finale del lancio, accarezzando il filo in uscita con l'indice della mano destra.
  • Se si sta pescando in acque lente o stagnanti, è consigliabile l'uso di pasturatori aperti da caricare, oltre che con le esche, anche con una buona dose di pastura a base di sfarinati.
Spinning al Luccio
Ottobre è considerato un mese adatto per la pesca del luccio con le esche artificiali. Da preferire i laghi di media dimensione, non troppo profondi e dotati di canneti ed erbai. Infatti se durante l'estate l'attività di caccia del luccio rimane confinata all'interno di queste inaccessinbili zone intasate di vegetazione acquatica, in autunno, con il raffreddarsi delle acque, le piccole prede tendono a migrare da tali zone e di conseguenza anche il luccio deve uscire allo scoperto per la sua azione di caccia. In questo periodo sono consigliati i cucchiaini rotanti con zavorra anteriore, adatti ad essere recuperati molto lentamente e rasente il fondo.

Pesca a fondo
La tradizionale pesca a fondo con campanello, olivetta di piombo e lombrico come esca è una buona possibilità in caso di giornate miti, specie nel fiume Tevere, per catturare soprattutto anguille, cavedani e carassi, ma anche pesci gatto e lucioperca. Sono da evitare i momenti di piena che si generano in caso di periodi di pioggia continua e intensa.